Cinque domande ad Alfonso Fresa, astronomo ed archeologo nocerino

Era il 10 gennaio 1985 quando il prof. Alfonso
Fresa, uno dei più illustri cittadini di Nocera Superiore, si spense a Casoria, dove da tempo si era
trasferito. Egli, però,  mai aveva dimenticato la terra che gli aveva dato i
natali, soprattutto Pucciano, dove sorge la casa in cui era nato ed era cresciuto. Ho avuto la fortuna di conoscere questo grande  personaggio, che nel 1983  mi rilasciò un’intervista che fu pubblicata sul giornalino parrocchiale "Sprint". Oggi, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua morte, che ricorre domani, voglio riproporla, soprattutto perchè allora, per rispondere alle mie domande, il Professore si attenne al libro delle sue "Memorie", la cui pubblicazione più volte è stata annunciata, ma stenta a diventare realtà. Eccovene un assaggio:

1) Come le è nata la passione per l’astronomia?
L’inconscio preludio della mia carriera di astronomo fu la visione della famosa cometa di Halley, che passò al perielio il 19 aprile del 1910. Avevo appena nove anni; mio padre mi condusse sul terrazzo e mi mostrò l’astro a ponente, verso il monte San Liberatore (eravamo a Salerno). Abituato alla visione coreografica di una stella a parecchie punte con una coda serpeggiante sulla grotta di Betlemme, non riuscivo a vedere l’astro nel cielo in quella forma siffatta e resi partecipe mio padre della mia disillusione. Egli fu contento dell’obiezione e mi additò una fascia luminosa (coda della cometa), la cui visione è rimasta impressa nella mia mente, tanto che mi auguro di rivederla nel prossimo passaggio al perielio, il 9 febbraio 1986, dopo che si sarà verificato il massimo avvicinamento alla Terra.

2) Abbiamo saputo che lei in passato si è dilettato a disegnare delle caricature. Quando e perchè ha incominciato?

Tra le varie passeggiate a Salerno, le più piacevoli furono quelle che facevo con mio fratello Francesco, studente dell’ Accademia delle Belle Arti di Napoli, per la ricerca dei paesaggi da dipingere. Imparai così i segreti dell’arte. Cominciai nel 1916 (all’età di quindici anni) a tracciare i primi schizzi di professori, compagni di scuola, conoscenti. La maggior parte di ritratti e caricature li eseguii al Ginnasio e durante gli studi nautici. Ricordo con piacere molti episodi divertenti legati a questi schizzi. Dopo aver schizzato un professore, mi presentavo a lui con una certa faccia tosta, porgendogli il disegno con la preghiera di un autografo. Alla tua domanda avrei potuto rispondere anche in versi:
"Quando l’umore allegro e la gaiezza andavano come due commilitoni
ritrassi nella mia giovinezza macchie, macchiette,schizzi e ritrattoni.
I primi schizzi nacquero sui banchi, con titubanti man di giovinetto
tra lo studio degi afidi e dei granchi, del greco e del latino benedetto".
3) Sul numero di novembre abbiamo pubblicato il suo articolo "5 strade per Nocera" e, dalle interviste fatte dai nostri inviati, abbiamo notato che una buona percentuale di nocerini concorda con la sua tesi. E’ contento?
Sono contento di sapere che anche i miei compaesani avvertono la necessità di ricordare con i nomi delle strade, la nostra storia, che non merita certo di essere dimenticata.
4) Ci racconta un aneddoto della sua vita?
Di piccoli avvenimenti è piena la vita; voglio raccontarvene uno accadutomi durante la giovinezza. Siccome nelle gare di sfottò si vuole avere sempre la meglio,un giorno che ci trovammo diversi amici nella bottega del falegname Vincenzo Calabrese, alla vista di una magnifica bara, colà in deposito, manifestai l’idea di farmici rinchiudere ed invitai i presenti a sostituirmi a turno. Ai miei amici non garbò l’idea e fui il solo a tentare la macraba impresa.Vincenzino mi chiuse a chiave per qualche minuto; ne uscii, però, con un leggero mal di schiena. Da allora, sorella morte,che più volte aveva cercato di avere un colloquio con me, seccata, avrà pensato di attendermi al varco solo quando, non avendo più forze, mi passerà la voglia di scherzare.
5)Visto che questa intervista sarà pubblicata sul numero di dicembre, vuole darci alcune notizie sulla cometa di Betlemme?
L’argomento più affascinante e di generale interesse nel campo cometario è legato alla "stella dei Magi". Partendo dall’ipotesi che la data di nascita di Gesù sia compresa nel biennio precedente la morte di  Erode (750 di Roma), presi in esame la cometa apparsa nel 749 a.C.
Dal suggestivo confronto degli elementi orbitali della cometa Finsler con quelle della cometa (con essa identificata) appparsa nel 770 dell’era volgare, risulta che il periodo più probabile è di 385 anni: uno dei ritorno della cometa coinciderebbe approssimativamente con l’apparizione in Cina della cometa del 5a.C. Considerando, dunque, le tre apparizione come appartenenti alla stessa cometa, con gli elementi orbitali della Finsler e con l’epoca del passaggio della cometa al perielio, nel 5 a.C. si trova che lo spostamento in cielo della cometa non è in contraddizione con quello della stella dei Magi, riportata nel Vangelo di Matteo.
Quando i Magi arrivarono a Gerusalemme, la cometa aveva raggiunto, il 14 aprile, il moto discendente ed il suo moto proprio lo portava sempre ancor più all’orizzonte nella direzione di Betlemme.Ciò posto, Gesù non poteva esser nato in dicembre, ma in Primavera, giacchè secondo le cronache cinesi, la cometa fu vista solamente per settanta giorni. In quanto al 25 dicembre, bisogna tener conto che questa data è associata alla più antica festa dell’umanità: essa è legata al solstizio invernale che fissa la rinascita del dì (dies natalis), l’inizio delle giornate più lunghe.

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