Gesù mio, con dure funi

Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori  sin da giovane aveva fatto voto di non perdere mai tempo, pertanto ogni ritaglio di tempo che gli restava dal suo stressante ed estenuante apostolato missionario lo dedicava allo scrivere. Quanto ha scritto? Tanto. Tantissimo. Quando nel 1871 si trattò di elevarlo al grado di Dottore della Chiesa, il Papa Pio IX, al vedere schierate sul tavolo le opere del Santo, esclamò pieno di meraviglia: Poveretto! quanto ha scritto! E qualcuno aggiunse subito: Santo Padre, e quanto bene ha scritto!

Il popolo si è nutrito della dottrina e della spiritualità di questo Santo.  E’ difficile trovare chi non abbia   letto o pregato con Le Visite al SS. Sacramento e a Maria SS., La pratica di amar Gesù Cristo, Le Massime Eterne, Le Glorie di Maria, L’apparecchio alla morte, La via della salute, Il gran mezzo della preghiera ecc… Sant’ Alfonso da ragazzo ricevette una seria preparazione musicale da uno dei più quotati maestri del tempo, Gaetano Greco.
Del suo talento diede un mirabile saggio nel Duetto tra l’anima e Gesù Cristo composto ed eseguito nel 1760, il cui manoscritto originale fu rinvenuto nel 1860 al British Museum di Londra. Ma il popolo ha amato Sant’ Alfonso soprattutto per le sue meravigliose Canzoncine perché vi ha trovato l’espressione più concreta della sua fede semplice e profonda: Tu scendi dalle stelle, Fermarono i cieli, Quanno nascette Ninno, O Pane del cielo, Fiori felici voi, O fieri flagelli, O bella mia speranza, Dal tuo celeste trono, Gesù
mio con dure funi.
Sicuramente durante le sue missioni per le parrocchie dell’Agro diffondeva questi canti . Si sa che predicò anche a Nocera Superiore e si ha traccia del suo passaggio nella parrocchia di San Bartolomeo apostolo in Pareti di Nocera Superiore. Pareti è a un tiro di schioppo da Pucciano e di certo molti abitanti di questa frazione accorsero per ascoltare le prediche del Santo di Marianella. Probabilmente in quell’occasione il canto “Gesù mio con dure funi” entrò nel DNA dei Puccianesi, che da allora lo scelsero, si può dire, come inno “frazionale”. Attualmente non c’è puccianese DOC che non lo conosca e non c’è stata Quaresima che non sia stata accompagnata dai versi toccanti e dalle note  di “Gesù mio con dure funi” , meglio conosciuta come “Sono stati i miei peccati”
.


 

GESU’ MIO CON DURE FUNI…   (testo di S. Alfonso Maria de Liguori)

 

Gesù mio, con dure funi, come reo chi ti legò?

 

   Sono stati i miei peccati Gesù mio
perdon, pietà.

   Sono stati i miei peccati Gesù mio
perdon, pietà.

 

Gesù mio, la bella faccia, chi crudele  ti schiaffeggiò?

 

Gesù mio, di fango e sputi, il bel volto chi  t’ imbrattò?

 

Gesù mio, le belle carni, chi spietato ti
flagellò?

 

Gesù mio, la nobil fronte, chi di spine
t’incoronò?

 

Gesù mio, sulle Tue spalle, chi la Croce ti
caricò?

 

Gesù mio, la dolce bocca, chi di fiele
t’amareggiò?

 

Gesù mio, le sacre mani, chi con chiodi ti
trapassò?

 

Gesù mio, quei stanchi piedi, sulla Croce chi
ti inchiodò?

 

Gesù mio, l’amante core, con la lancia chi trapassò?

 

O Maria, quel Tuo bel Figlio, chi l’uccise e
tel rubò?

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